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Come è cambiata la Fashion Week?

Ecco la storia della più importante manifestazione del mondo della moda

Donna che cammina

Oggi la Fashion Week è uno degli eventi più seguiti al mondo e sono numerosissime le città che, ciclicamente, si consacrano alla moda dando spazio a stilisti, brand, designer e celebrities per raccontare la propria visione. Ma le origini di questa patinata manifestazione sono in realtà legate ad un evento storico molto preciso.

La prima Fashion Week della storia è stata infatti realizzata a New York nel 1943 come evento per “distrarre” i cittadini americani dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale e non solo. In quel contesto, portare negli Usa gli abiti della moda francese era decisamente complesso, ecco così che la settimana della moda diventa un trampolino di lancio per gli stilisti locali.

Persona con pelliccia marrone

L'evento ebbe un tale successo che subito anche Parigi si mise in moto per realizzare una Fashion Week alla francese, inaugurata giusto qualche anno più tardi. E l’Italia?

Per il nostro Paese dovrà passare ancora qualche anno ma, a dare il via alla ormai celebre sfilata fu la città di Firenze nel 1951. Ci abbiamo messo un po’ ma abbiamo portato da subito in passerella il meglio della nostra sartoria e del celebre gusto italiano che, ancora oggi, è uno dei tratti distintivi della nostra settimana della moda.

Ragazza con blazer
Bozze di un modello

Queste sono le origini dell’evento, ma come è cambiato negli anni? La differenza consiste in una novità introdotta nelle sfilate con tre parole che voi, appassionate di moda, ben conoscete: pret-à-porter. In passerella non vengono più mostrati solo abiti da grandi occasioni o da diva, ma capi che rappresentano le donne nella loro vita quotidiana. La settimana della moda ha iniziato pian piano a raccontare più modi di concepire la moda stessa portando in passerella le rivoluzioni innescate da grandi designer come Chanel, Dior, Armani, Versace, Westwood. Mentre il mondo cambiava e le donne passavano dall’abito lungo al denim, la moda ha a volte anticipato, a volte raccontato, la vera essenza delle nuove donne. 

Ma c’è di più. Gli stessi stilisti hanno iniziato a guardare alla fashion week come un momento per raccontare le loro collezioni attraverso le città, a mostrare come stili diversi possono abbracciare intere generazioni e culture e così, la settimana francese, quella americana e quella italiana - ad oggi le più seguite al mondo - hanno iniziato ad includere al loro interno anche il mondo del cinema e della musica, dell’arte e…dei social. 

Ingresso Louvre Parigi
Donna con blazer bianco

Non è inusuale oggi vedere in passerella star del cinema oltre alle celebri top model lanciate dal visionario stilista Gianni Versace. Ma anche influencer o le famose IT Girl, le ereditiere che riempivano le pagine delle riviste prima ancora dell’avvento dei social. 

Come non citare piccole rivoluzioni portate in passerella da artisti come Karl Lagerfeld o Alexander McQueen che hanno fatto sfilare capi realizzati in collaborazione con grandi nomi dell’arte contemporanea. E ovviamente l’avvento dell’inclusività nelle collezioni che ha iniziato a testimoniare l'apertura della moda a tutti, senza distinzione tra corpi e generi. In questo senso, un designer come Alessandro Michele ha fatto a suo modo la storia presentando per la prima volta condizioni seasonless e genderless e con lui, nel tempo, molti altri grandi brand hanno proseguito in questa direzione.

Persona con giacca rossa
Donna con tulle blu

Negli anni sono arrivate in passerella modelle silver e curvy, con disabilità gridando sempre più forte quel messaggio: la moda è per tutti, racconta tutti, ispira e si lascia ispirare da tutti. Le muse non sono più solo icone di perfezione ma donne autentiche e concrete, forti e fragili: reali.

Parlare di Fashion Week oggi vuol dire parlare delle continue innovazioni che la moda crea e rappresenta, certo. Ma soprattutto vuol dire parlare di bellezza, quella di un’arte che non smetterà mai di farci sognare.